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Alpine A110S: rivive la formula segreta della regina dei Rally

Autore: Michele Di Mauro · Credits Ph: Michele Di Mauro

26 Maggio 2023
Alpine A110S: rivive la formula segreta della regina dei Rally

A partire dagli anni novanta si sono susseguite, in tutti i settori di mercato, le riedizioni in chiave moderna di automobili classiche dalla personalità spiccata, entrate nell’immaginario collettivo per l’estetica, la popolarità, i successi sportivi. Dalle auto per tutti come Fiat 500, Mini, Maggiolino, alle sportive come la Fiat 124 Spider o supercar come la Mercedes SLS, che ha riproposto cinquant’anni dopo i tratti salienti della 300 SL “Ali di gabbiano”, in tantissimi hanno cavalcato l’onda della memoria per impreziosire con lo smalto di un tempo modelli nuovi, figli di un epoca tanto tecnologica quanto fredda e asettica.

La domanda che viene spontaneo porsi, ogni volta che ci troviamo davanti a una vettura di questo tipo, che ovviamente a distanza di decenni non condivide nemmeno un bullone col modello d’origine, è sempre la stessa: cosa avranno mai in comune il passato e il presente?

Oggi come allora, un’Alpine leggera e tagliente

Messo da parte l’effetto nostalgia, viene inevitabile quindi chiedersi cos’abbiano in comune, a parte un evidente legame stilistico, la nuova Alpine A110 e la mitica Alpine-Renault A110 degli anni sessanta, sportiva efficacissima al punto da laurearsi Campione del Mondo Rally nel 1973, quando era in produzione già da ben 11 anni!

L’occasione per rispondere a questa domanda ce la forniscono gli amici di Adrenaline24h, che portano abitualmente in pista le nuove Alpine A110 per i test drive clienti, e che ci hanno permesso di gustarci una A110S, ovvero la versione più performante in gamma, per un long test di alcune settimane.

Anzitutto, servono due nozioni di base sulla Alpine-Renault A110. Questo modello debutta nel 1962 come evoluzione della A108, rispetto alla quale è più sportiva nel design della carrozzeria in vetroresina e nelle prestazioni, grazie alla meccanica rinnovata.

Nata con un piccolo 950cc da 50 cavalli, la A110 nel tempo conquista propulsori da 1.1, 1.25, 1.3, 1.6 e 1.8 litri, riscuotendo consensi sempre maggiori sui campi di gara, grazie al rapporto peso potenza imbattibile, e lanciando tanti aspiranti piloti che impareremo a conoscere in tutte le categorie. Nella massima evoluzione la A110 supera i 150 cavalli e vola ad oltre 215 all’ora; opportunamente modificata, corre persino la 24 Ore di Le Mans.

Da guidare la A110 classica è un guanto: minuscola, fasciante, diretta nelle risposte, velocissima. A distanza di oltre sessant’anni dal lancio ancora stupisce per la grinta e l’efficacia che è in grado di esprimere. Mettersi al volante di una di queste auto fa capire perfettamente come potesse dare filo da torcere sui campi di gara alle potenti Porsche 911 dalla cilindrata quasi doppia.

Facciamo un salto da un millennio all’altro: la nuova Alpine A110S è la versione più performante della coupé nata nel 2017 col compito di rilanciare il marchio francese, fondato da Jean Rédélé nel 1955 e dormiente dai primi anni novanta.

Alpine A110S: top di gamma da 275km/h

Declinata in tre versioni, A110, A110 GT e A110 S, vanta potenza e prestazioni distanti anni luce dall’antenata: i cavalli erogati spaziano da 252 ai 300 della nostra S che, grazie alla cura che include una versione irrigidita del telaio realizzato in Italia dalla Cecomp (un nome che i rallisti conoscono bene) e il setup meccanico ripreso pari pari dalla Renault Megane RS, scatta da zero a cento in 4,2 secondi. Grazie alle nuove molle più rigide del 50%, le barre antirollio cave per risparmiare chili preziosi, e al vistoso Aero Kit (non presente sul nostro esemplare) che include una lama anteriore, una piastra sottoscocca specifica e uno spoiler posteriore, tutto in fibra di carbonio, la punta sale a ben 275 all’ora.

L’anima della nuova Alpine è un quattro cilindri 1,8 turbo montato in posizione centrale. La sovralimentazione non crea buchi particolarmente evidenti, perché la turbina entra in azione appena sopra i 2000 giri e non molla fino a oltre 7000, quando il cambio a doppia frizione, veloce come una fucilata, passa al rapporto successivo senza che la pressione sulla schiena trasmetta la minima esitazione. E via così per sette rapporti, fino a quando l’istinto di conservazione non impone di cambiare pedale e tirare un paio di volte la paletta sinistra dietro il volante, per riportare la gestione delle emozioni a livello terreste.

Se invece al volante siede qualcuno in grado di dare del tu a una sportiva vera, ecco che la A110 tira fuori l’anima da Mr Hyde, sapientemente dissimulata dalle sue forme morbide, grintose ma rassicuranti al tempo stesso. Grazie all’ottimo rapporto peso potenza di 3,7 kg/cv (la macchina pesa poco più di 1.100 kg in ordine di marcia) la coupé francese taglia le curve come una lama di rasoio; i cambi di peso nei passaggi sinistra/destra non scompongono minimamente l’assetto e la velocità di uscita da curve e tornanti è semplicemente travolgente. Insomma, uno spasso, ma da concedersi con misura, perché portare al limite la A110S è maledettamente semplice… e istantaneo, grazie agli pneumatici di serie Michelin Pilot Sport 4 e alla possibilità di impostare tarature specifiche per il controllo di stabilità.

Ecco, forse questo è uno dei pochi “difetti” dell’Alpine A110S: darle confidenza è veramente facile, forse troppo. Nella guida di tutti i giorni, settata in modalità Normal, è una macchina pastosa, piacevole, agile. Potrebbe guidarla anche la nonna, se sufficientemente agile da calarsi nei leggerissimi e super fascianti sedili Sabelt da appena 13 kg l’uno. Il problema è che il potenziale celato dalle sue linee morbide e amichevoli è in realtà pauroso. Un piccolo timido indizio sono le funzioni di telemetria in cui si incappa giocando col computer di bordo: tempi sul giro, forza g laterale eccetera. Un altro è il piccolo pulsantino rosso a destra in basso sul volante. Con una pressione breve si passa alla modalità Sport: cambiate più veloci e a regimi più alti, scarico più pieno e scoppiettante; con una pressione lunga si passa a Track, che in più riduce l’intervento dei controlli di stabilità a valori prossimi allo zero. È qui che si entra nella modalità Warp di Star Trek, quella in cui lo spazio-tempo si curva e tutto è dannatamente veloce: accelerazioni, percorrenze in curva, decelerazioni diventano chirurgiche e fulminee.

Bene, la nuova A110S è una macchina bellissima, leggerissima, velocissima. E per questo, lo confessiamo, abbiamo un po’ divagato. Ma come non distrarsi davanti alle sue curve o mentre pestiamo sul gas e schizziamo via in un lampo?

L’ultima instant classic

Ora però torniamo in carreggiata e riprendiamo da dove eravamo rimasti, e cioè: cosa resta della piccola grande regina dei Rally in questa riedizione contemporanea? Beh, molto più di quanto pensassimo.

Anzitutto, il certificato di nascita: le nuove Alpine nascono a Dieppe, sulla costa nord della Francia, esattamente dove nascevano le A106, A108 e A110 degli anni cinquanta e sessanta. Per gente romantica come noi, non è poco.

Secondo, le Alpine di allora e di oggi condividono un obbiettivo importante: dar filo da torcere alle cavalline di Stoccarda. Se l’avversaria da battere negli anni sessanta era la Porsche 911, oggi il nemico si chiama Porsche Cayman. Il segmento di mercato è lo stesso, l’architettura a motore centrale pure ma, dalla sua, la Alpine ha un prezzo di acquisto inferiore (parte da poco meno di 63 mila euro, contro i 67,400 della tedesca), pesa oltre 300 kg in meno e aggiunge l’esclusività della tiratura limitata, che promette un futuro collezionistico importante.

Terzo, i richiami al passato vanno oltre l’estetica: la cubatura del propulsore, 1,8 litri, è quella delle ultime A110, anche se ovviamente si tratta di unità totalmente diverse, e pure la “S” per contraddistinguere la versione più potente e veloce è ripresa dall’antenata.

Quarto, ed è l’aspetto più importante, la nuova coupé francese è, nella concezione, qualcosa di molto più retrò di quanto tecnologia ed elettronica possano mascherare: in un epoca di berline elettriche e Suv da oltre due tonnellate, l’Alpine è veloce e divertentissima grazie alla stessa formula di allora: leggerezza, leggerezza, leggerezza. Quando sei a bordo ti avvolge come una tutina da ballo e ti porta con sé in una danza fatta di movimenti soavi e perfetti, in un equilibrio di comfort, prestazioni e tenuta da supercar, al prezzo di una berlina e col peso di un’utilitaria. Il ché, abbinato al motore centrale 100% endotermico e alla piattaforma specifica, la rende una specie praticamente già estinta. Non troverete niente di simile in nessun altro autosalone.

Non è un caso che l’abbia scelta come vettura personale un genio del motorsport come Gordon Murray, da sempre sostenitore della teoria secondo cui è il rapporto peso/potenza a rendere sportiva un’automobile.

E non è un caso nemmeno che, a sei anni dal lancio, la A110 sia ancora praticamente inesistente sul mercato dell’usato. Chi ce l’ha fatica a separarsene perché non troverà mai più niente di simile, con lei scomparirà per sempre un concetto di automobile unico. Basta vedere quanto già oggi sia strano vederla nel traffico dei moderni mastodonti, lei alta appena 1,25 metri e lunga poco più di 4.

Insomma, se oggi esiste una instant classic sotto i centomila euro, è l’Alpine A110. I più scaltri hanno già fiutato l’opportunità di investimento, e ne hanno già messa una o più in garage. A costo di ipotecare la casa, dovremmo farlo il prima possibile anche noi.

Tags: alpine, renault



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