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115 anni di Lancia: ne ripercorriamo la storia attraverso 10 modelli indimenticabili

Autore: Michele Di Mauro

25 Gennaio 2023
115 anni di Lancia: ne ripercorriamo la storia attraverso 10 modelli indimenticabili

Al Salone dell’Automobile di Torino di ben centoquindici anni fa, a gennaio del 1908, Vincenzo Lancia mostrava al mondo per la prima volta un’automobile col suo nome: era la Lancia Alpha.

Iniziava una storia di imprenditoria e alta ingegneria, certo, ma anche una storia di grande coraggio, di scelte rivoluzionarie, di stile ed eleganza, di imprese sportive incredibili. Una storia che tutto il mondo ci invidia e che, purtroppo, oggi è mortificata da una gamma prodotto ridotta ad appena un solo modello, per giunta vecchio di oltre dieci anni, anche se il nuovo corso impostato da Stellantis dovrebbe rendere finalmente giustizia ad uno dei marchi automobilistici più complessi e affascinanti di sempre.

Vogliamo ripercorrere i momenti salienti della storia del marchio Lancia attraverso quelli che sono, secondo noi, i dieci modelli più significativi di questi 115 anni, lasciando da parte con non poca difficoltà il resto di una produzione interamente meritevole di figurare nei libri di storia dell’automobile.

1922: Lambda

La Lancia Lambda fu un’automobile rivoluzionaria: un autentico scrigno di numerose e importanti innovazioni tecniche che stravolsero il modo stesso di concepire l’automobile. Risultato di diversi brevetti Lancia, la Lambda è la prima automobile al mondo a scocca portante, ovvero in cui la struttura supporta direttamente gli organi meccanici, senza ricorrere al classico telaio; la prima a sospensioni indipendenti e una delle prime a montare i freni anche all’anteriore. Nonostante non sia una vettura sportiva, la Lambda si cimenta anche in diverse competizioni: in versione passo corto con carrozzeria Casaro alla Mille Miglia del 1928 è addirittura terza assoluta.

1937: Aprilia

Ultima Lancia concepita dal fondatore Vincenzo, che muore prima di vederla uscire dalle linee di montaggio, l’Aprilia porta al debutto numerose novità. Se meccanicamente si fa notare per le camere di scoppio emisferiche (altro brevetto Lancia) e per i freni posteriori inboard, è la carrozzeria a destare maggior stupore: quando ancora nessuno se ne preoccupa, le forme ardite dell’Aprilia vengono disegnate pensando a ridurre la resistenza all’aria: il suo coefficiente aerodinamico è di appena 0,47, un valore ottenuto grazie anche al fatto che è la prima Lancia senza gocciolatoi e in cui le cerniere delle porte, dalla scenografica apertura ad armadio, non sono in vista. E con l’Aprilia la dolcezza, la precisione ed il suono di chiusura delle portiere diventano proverbiali.

1950: Aurelia

Per raccontare la Lancia Aurelia e tutte le sue declinazioni non basterebbe un libro. Dovendo sintetizzare, diciamo semplicemente che dalla prima grossa e raffinata berlina del dopoguerra, spinta dal primo V6 della storia, grazie alla collaborazione con Pinin Farina nel 1954 deriveranno due vetture leggendarie: la coupé B20 GT, considerata l’archetipo delle automobili Gran Turismo, e la B24 Spider, unanimemente acclamata come una delle scoperte più belle mai costruite. Prodotta fino al 1969, l’Aurelia è il primo modello Lancia ad ottenere importanti successi sportivi internazionali.

1957: Flaminia

Nata per sostituire l’aristocratica Aurelia, la Lancia Flaminia si impone negli anni sessanta come l’ammiraglia per eccellenza, scelta pure dal Quirinale che ne ordina addirittura quattro in versione landaulet. Dalle forme eleganti e di grande personalità, la Flaminia è chiamata a sostituire l’Aurelia anche nelle corrispondenti versioni sportive. Sul tema si cimentano tre dei carrozzieri italiani più quotati: Pininfarina, Touring e Zagato, e nel 1958 arrivano tre diversi concetti di coupé, ognuno rappresentativo dello stile degli autori. Il risultato è, in tutti e tre i casi, superlativo.

1963: Fulvia

La Fulvia è la proposta Lancia per la media borghesia degli anni sessanta. Una berlina di grande successo, dallo stile elegante e dalla qualità costruttiva superiore, che oggi si ricorda soprattutto per le sue versioni derivate e i grandi successi sportivi: con le versioni HF della bellissima Coupé del 1965, dalle forme ispirate ai motoscafi Riva, nasce il Reparto Corse Lancia che proprio con esse si aggiudica la vittoria in numerosi rally e il Campionato del Mondo nel 1972. Dalla Fulvia deriva anche la Sport carrozzata da Zagato, primo modello di serie prodotto dal carrozziere milanese, con cui nel 1969 Maglioli e Pinto finiranno primi di classe alla 24 ore di Daytona.

1972: Beta

Seppur spesso criticata perché considerata la prima Lancia dell’era Fiat, e per questo afflitta da un evidente calo della qualità costruttiva a cui i clienti Lancia erano ormai abituati, abbiamo scelto la Beta perché ha rappresentato, per l’inizio degli anni settanta, un concetto di automobile decisamente avanti rispetto ai tempi. E questa è decisamente una caratteristica Lancia. Bella, moderna, spaziosa, versatile e razionale, la Beta ha generato un’intera famiglia di versioni e carrozzerie, tutte originali, tutte efficaci: alla berlina due volumi “lunga” si affiancano infatti la “shooting brake” HPE, la Coupé, la Spider, la berlina tre volumi “Trevi” e la bellissima coupé a due posti e motore centrale Montecarlo. Una gamma ampia frutto di una visione commerciale moderna verrà ripresa da altri costruttori solo negli anni novanta.

1973: Stratos

Seppur più simile a un prototipo che a una vettura di serie, è impossibile raccontare della storia di Lancia senza citare la Stratos. Disegnata da Marcello Gandini per Bertone ed equipaggiata con motore e cambio V6 Ferrari Dino, la Stratos viene costruita per appena tre anni con un solo obbiettivo: raccogliere l’eredità della Fulvia HF e annientare la concorrenza sui tracciati dei rally. E ci riesce: per anni la vettura da battere, conquista il titolo di Campione del Mondo nelle stagioni 1974, 1975 e 1976. E anche se non era poi necessario per vincere… è semplicemente bellissima.

1979: Delta

Nata per sostituire la Beta, la prima serie della Delta nasce nel 1979 dalla matita di Giorgetto Giugiaro. Moderna e innovativa, è la prima (e finora unica) vettura Lancia ad essere eletta Auto dell’anno, nel 1980. Nata come onesta automobile da famiglia, dopo l’improvvisa abolizione del Gruppo B, a partire dal 1987 è chiamata ad assolvere un compito imprevisto: tenere alta la bandiera Lancia nei rally, dopo il pensionamento della mostruosa Delta S4, che di Delta aveva poco più del nome. Lo farà, eccome: prima in versione 4WD e poi Integrale, la Lancia Delta entra nel mito come l’unica auto da rally a vincere ben sei titoli mondiali consecutivi, dal 1987 al 1992, dopo la bellezza di 13 anni dal lancio.

1982: Rally 037

Nel 1982 la Delta è già in produzione da tre anni, ma le sue prodezze rallistiche non sono ancora neanche lontanamente immaginabili. Dovendo sostituire la Stratos, in Lancia si decide di lavorare sull’ottimo telaio della Beta Montecarlo, già impegnata nel mondiale endurance. Anche in questo caso il risultato rappresenterà un momento di eccellenza sportiva tricolore: nella stagione 1983 la 037 è campione del mondo, ultima auto a 2 ruote motrici a vincere il mondiale rally oscurando persino la schiacciante superiorità tecnica delle prime concorrenti a trazione integrale.

1984: Thema

Con la Thema, Lancia torna finalmente a produrre una berlina di grandi dimensioni in grado di rinverdire i fasti degli anni sessanta. Prodotta con carrozzeria quattro porte, familiare e limousine, negli anni ottanta la Thema è la macchina del Presidente della Repubblica, dei politici, dei capitani d’azienda, dei dirigenti. Moderna, elegante, veloce, dopo un vuoto lungo quasi vent’anni è l’ammiraglia italiana in grado di impensierire la migliore concorrenza tedesca e francese. E con la versione 8.32 motorizzata Ferrari, si impone come protagonista anche nella nicchia delle superberline sportive. Sarà l’ultima grande berlina italiana di successo.

Tags: 037, 115 anni, aprilia, beta, flaminia, fulvia, Lancia, stratos, thema



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