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200 TE: una Youngtimer col fascino delle Mercedes vecchia scuola
Autore: Michele Di Mauro · Credits Ph: Michele Di Mauro
17 Settembre 2022Siviglia, novembre 1984. Per Mercedes-Benz è un momento delicato e carico di tensione: ci si appresta a presentare alla stampa la nuova “Mercedes di classe media“. Si tratta del modello che va a sostituire la fortunatissima e iconica serie 123, un modello che ha spopolato in versione berlina, station wagon, coupé e limousine, su tutti i mercati del globo. Elegante vettura di rappresentanza, pratico veicolo da famiglia, ma anche indistruttibile taxi nei paesi africani e mediorientali. Un modello ormai datato, ma ancora commercialmente valido, grazie al comfort, all’affidabilità e all’ampia offerta di motorizzazioni.
Per questo il nuovo modello debutta accompagnato da un importante carico di aspettative. Oggi, col senno di poi, sappiamo che la nuova serie 124 riuscirà in questa difficile impresa, superando, se possibile, la generazione precedente. Prodotta con carrozzeria berlina, station wagon, limousine, coupé e cabriolet, la nuova “Mittlere Mercedes-Klasse” passerà alla storia come uno tra i modelli con la stella più solidi e affidabili di sempre, osannati dagli appassionati e dai fedelissimi come una sorta di icona religiosa, al pari dell’irraggiungibile Volvo serie 240.
Frutto di sette anni di sviluppo, la serie 124 è, assieme alla piccola 190, la prima Mercedes di larga produzione realizzata con ampio utilizzo di calcolatori elettronici, soprattutto per la messa a punto delle soluzioni di sicurezza e aerodinamica, e pure a bordo i clienti trovano per la prima volta una presenza massiccia di centraline e microprocessori per il controllo di numerose funzioni, a beneficio anche di consumi ed emissioni.
Dal punto di vista stilistico, il designer italiano Bruno Sacco riprende e sviluppa i concetti principali lanciati poco prima con la 190, ovvero forme geometriche e pulite basate sul tema del trapezio, spingendoli un passo oltre. Il frontale, per la prima volta su una Mercedes e per di più berlina, è fortemente inclinato; spariscono le modanature laterali, sostituite idealmente da semplici pieghe delle lamiere; i paraurti, ora integrati, si estendono fino agli archi passaruota. Il risultato di tante attenzioni si traduce in un’efficienza aerodinamica da record, con un Cx di 0,29 per la berlina W124 e di 0,34 per la station wagon S124.
Rispetto alla W123 il pianale è tutto nuovo, più grande, e nuove sono pure le sospensioni, con uno schema MacPherson modificato all’anteriore e multilink al posteriore. Tradizionale, invece, l’impostazione meccanica a motore anteriore longitudinale, trazione posteriore e freni a disco su tutte le ruote. Caratterizzanti e insoliti sono invece i fendinebbia integrati nei grandi fanali anteriori, il tergicristallo monospazzola a pantografo, i retrovisori esterni asimmetrici e i poggiatesta posteriori abbattibili dal posto guida. Inediti, rispetto alla serie 123, sono pure la trazione integrale 4MATIC, introdotta in un secondo momento, il differenziale autobloccante elettronico, il controllo della trazione ASR e gli airbag frontali, inizialmente solo per il conducente e poi, dal 1988, anche per il passeggero anteriore.
L’occasione per tornare a parlare della Mercedes Serie 124, dopo aver trattato la rara e ricercata 500 E (trovate l’articolo QUI) viene dalla pubblicazione, nel marketplace di Agorauto, di questo bell’esemplare di S124 con motorizzazione due litri a benzina: una 200 TE del 1992. Nonostante la capienza record del vano bagagli della berlina, ben 520 litri, la casa di Stoccarda non rinuncia infatti alla sua brava versione familiare. Il modello T (Touristik & Transport) debutta nel settembre 1985 al salone dell’automobile di Francoforte, ed è in tutto simile alla berlina fino alle porte posteriori. Rispetto a quest’ultima monta di serie le sospensioni posteriori autolivellanti, le barre portapacchi longitudinali sul tetto, il retrovisore destro (a richiesta sulle prime berlina), il sedile posteriore sdoppiato con tre poggiatesta. Il portellone, ampio e a filo col piano di carico, una volta accostato si chiude da solo grazie a un servomotore elettromeccanico; tramite esso si accede ad uno spazio di carico di 530 litri, ampio ma molto vicino a quello della berlina, che però diventano 855 abbattendo lo schienale posteriore. In più c’è la possibilità di alloggiare una panchetta estraibile su fondo del vano, orientata contromarcia, per portare a 7 i posti a sedere complessivi.
La S124 monta gli stessi motori a 4 e 6 cilindri della berlina, a eccezione del 2,6 litri a benzina e del 3 litri diesel aspirato; condivide col resto della gamma tutti gli aggiornamenti principali, compresi il primo, leggero restyling del 1989 e quello più consistente del 1993, in occasione del quale la gamma viene ufficialmente rinominata in Classe E.
La produzione della station wagon si chiude nel febbraio del 1996, totalizzando 340.503 esemplari in 11 intensi anni di carriera. Il totale complessivo di tutte le versioni della serie 124 sfiora invece i 2.738.000 pezzi, di cui l’80% in configurazione berlina tre volumi. Le 200 TE sono invece poco più di 20.500.
L’esemplare del nostro servizio, datato 1992, è uno degli ultimi esemplari della seconda serie; la sigla 200 TE indica la motorizzazione 2 litri a iniezione con catalizzatore e quindi con emissioni in regola con la normativa Euro 1.
Caratteristici della seconda serie sono i paraurti e i fascioni laterali colorati “in pasta” e abbinati tono su tono con la carrozzeria, gli specchi e il maniglione sul portellone in tinta vettura e, all’interno, le modanature in legno estese su plancia e pannelli porta, alcuni comandi secondari rivisti, nuovi rivestimenti dei sedili e volante con airbag.
Il motore, onesto e non particolarmente brillante, eroga 118 cavalli a 5200 giri che, diciamocelo, sotto 1.460 chili di automobile non possono certo fare miracoli. Lo scatto è comunque dignitoso e, dove possibile, si sfiorano i 180 all’ora, con un consumo medio di circa 10 km al litro. Valori normali per l’epoca, ma che hanno spinto il precedente proprietario a dotare la vettura di impianto a gas. C’è da aggiungere che la bassa compressione di questi motori è tra gli elementi che maggiormente ha contributo ad alimentarne la proverbiale fama di affidabilità: comprare una W124 aspirata con poco più di duecentomila km originali e certificati, come in questo caso, equivale ad assicurarsi una vettura decisamente poco sfruttata, come testimoniato pure dalle condizioni generali di sedili e volante.
Oggi questa TE è una trentennale sfruttabilissima anche per uso quotidiano, grazie alla spaziosità, alla solidità generale e ad accessori importanti come il climatizzatore, molto efficiente anche coi parametri odierni, pur mantenendo il fascino di una Mercedes “vecchio stile”: paciosa, solida, con tanta sostanza e con la quale arrivare veramente in capo al mondo, rigorosamente senza fretta.
Ed è proprio questo, secondo noi, il motivo per cui il “mito” della serie 124 si è consolidato così in fretta. Il nostro consiglio? Compratene una ora, perché le richieste saliranno, e in fretta. Basta guardare cosa è avvenuto con la precedente serie 123: ad oggi i pochi esemplari belli e ben equipaggiati di station wagon spuntano quotazioni anche triple rispetto alle berline e, caso unico nel panorama collezionistico, costano più pure delle corrispondenti versioni coupé. Chi ne ha presa una al momento giusto, oggi in garage custodisce un piccolo tesoretto.
Tags: Mercedes, station wagon, W124