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La guida al restauro in collaborazione con ASI: gli interni

Autore: Michele Di Mauro e ASI · Credits Ph: ASI Automotoclub Storico Italiano e Michele Di Mauro

16 Febbraio 2023
La guida al restauro in collaborazione con ASI: gli interni

Ecco su Agorauto una nuova puntata dell’esaustiva guida al restauro in collaborazione con ASI. L’Automotoclub Storico Italiano è l’associazione che rappresenta, promuove e tutela il motorismo storico in Italia, che significa in prima battuta conservare e salvaguardare la storia dei veicoli, comprese la loro tecnica costruttiva, la loro forma, le loro funzioni e storie documentate e le loro molte e varie relazioni con la società e gli ambienti sociali.

Questa settimana è il turno dell’abitacolo: accessori, strumenti e rivestimenti.

Strumentazione Siata Amica Cabriolet

ACCESSORI E STRUMENTAZIONE

Fortunatamente, ci sono ancora fornitori entusiasti che possono ripristinare gli strumenti. Nel caso più disperato di quadrante rotto o completamente sbiadito, con una buona macchina fotografica e un programma di elaborazioni di immagini è possibile riprodurne uno nuovo partendo da un esemplare fortunatamente sopravvissuto.

Le impiallacciature e le parti cromate

Allo stesso modo, ci sono specialisti in grado di riparare il rivestimento in legno spesso utilizzato per il cruscotto e i rivestimenti delle porte.

Per quanto riguarda le maniglie, le cerniere, gli indicatori di direzione, le cornici dei fari e tanti altri accessori, sono sempre in coppia, e spesso le maniglie sono anche quattro. Se non sono disponibili, i pezzi esistenti possono essere utilizzati come modelli per realizzare riproduzioni. Si può realizzare uno stampo. Se l’originale è realizzato in zama, ottone o bronzo, un artigiano può eseguire una fusione in sabbia. Quando il pezzo originale è in acciaio, è possibile eseguire la fusione a cera persa, ma è piuttosto costosa. La stampante 3D può rivelarsi un pratico aiuto.

Per le luci è ancora più difficile realizzare uno stampo per il vetro o per la plastica. In questo caso è necessario trovare altri collezionisti che abbiano una simile esigenza, in modo da condividere il notevole costo che la ricostruzione comporta. Va inoltre ricordato che, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, le protezioni metalliche esterne o le finiture come i paraurti, le modanature e le cornici dei fari, avevano vissuto tre periodi quanto all’aspetto esterno: ottone, nichel e cromo.

Poiché l’aspetto esterno dell’ottone è più gratificante ed è più caratteristico per le auto d’epoca, viene spesso commesso un errore utilizzando i pezzi in ottone ai quali è stata rimossa la nichelatura. Più raramente si trova l’acciaio inossidabile. Nella maggior parte dei casi, quando un’auto d’epoca viene ritrovata dopo anni di abbandono, le superfici di questi materiali vengono ricoperte da uno strato di ossido che è protettivo solo nel caso di rame e alluminio. Pertanto, deve essere rimosso mediante decapaggio.

Altri trattamenti come la schiaritura o qualsiasi trattamento termico devono essere eseguiti da professionisti che hanno una buona conoscenza della chimica industriale.

IL RESTAURO DEI RIVESTIMENTI INTERNI

L’interno di un veicolo è una componente essenziale del restauro. Un cattivo lavoro o l’uso di materiale non corretto possono sminuire il buon lavoro svolto all’esterno. Gli interni spesso non riflettevano gli esterni sobri ma erano veri e lussuosi salotti alla pari delle carrozze trainate da cavalli che avevano sostituito.

La struttura del telaio del sedile è cambiata dal legno ai tubi di ferro e plastica stampata. Il telaio era dotato di molle in acciaio e quella era l’unica soluzione per far sentire a proprio agio il passeggero. Se il telaio è in ferro, una volta rimosse tutte le tracce di ruggine, la soluzione migliore è la verniciatura a polvere.

L’imbottitura è cambiata dal cotone idrofilo (ovatta), al feltro, alla schiuma ritagliata, ai prodotti rivestiti in schiuma o schiume autopellanti. Il cotone idrofilo e il feltro erano normalmente rivestiti di iuta, materiale vegetale che riduceva il riscaldamento e la sudorazione.

I rivestimenti in pannelli del tetto, inizialmente realizzati in tela tesa su strutture in legno o acciaio, sono stati poi sostituiti da prodotti pressofusi e schiumati. Per fortuna sono ancora disponibili o facilmente realizzabili panni dello stesso tipo di quelli più vecchi.

Non è difficile trovare pelli per la riparazione o la sostituzione di rivestimenti usurati, mentre per altri rivestimenti, come i pegamoidi, è meglio trovare sostituti come la finta pelle vinilica. La difficoltà principale è trovare un sellaio o un pellettiere che conosca i vecchi metodi di lavoro, i tipi di cucitura, la trapuntatura capitonné della pelle e le rifiniture.

Questo lavoro richiede anche un certo grado di conoscenza storica. Il trattamento ha bisogno di attenzione nella pulizia e corretta protezione della pelle. È tecnicamente possibile e consigliabile mantenere la patina delle vecchie pelli e stabilizzare la finitura originale per evitare un ulteriore deterioramento.

(continua)

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