Porsche: Auto storiche e d’epoca

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La storia di Porsche

La storia della Porsche inizia ufficialmente il 25 aprile del 1931 con la fondazione dello studio di progettazione e ingegneria Dr. Ing. h.c. F. Porsche GmbH a Stoccarda di Ferdinand Porsche valente ingegnere con esperienze in Lohner per la realizzazione di veicoli sperimentali elettrici, ibridi e a trazione integrale, e in Austro Daimler.

La notorietà arriva nel 1934 quando, durante il periodo nazista, su richiesta di Hitler in persona Ferdinand Porsche progetta la prima vettura di regime a destinazione popolare: è il Maggiolino, venduto col marchio Volkswagen, “auto del popolo”, creato appositamente. Al progetto collabora anche suo figlio Ferdinand Anton Porsche , noto col nomignolo di “Ferry”.

Pare sia ancora Hitler, intorno al 1938, a chiedere a Porsche un’automobile dalle prestazioni più elevate. Ferdinand e il figlio Ferry lavorano assiduamente alla prima auto da commercializzare con marchio proprio, ma le difficoltà dovute al conflitto e alla sconfitta della Germania ne ritardano il debutto al 1948. La vettura vede la luce a Gmünd in Kärnten, in Austria, dove Porsche si è spostato nel 1944: è l’embrione della celebre 356, derivata dal Maggiolino e prodotta per 15 anni in versione coupé, cabriolet e speedster.

Nel 1951, con la morte di Ferdinand, l’azienda Porsche fa ritorno a Stoccarda. Due anni dopo nasce la 550, una sport a motore centrale celebre per due avvenimenti importanti: la prima vittoria internazionale della casa, alla Targa Florio 1956, e l’ultima corsa di James Dean, scomparso in un incidente stradale proprio su questo modello. La 550 apre comunque l’epoca delle corse del marchio tedesco, che sarà uno dei più vincenti della storia, protagonista in particolare delle grandi gare di durata come la 24 ore di Le Mans, e dei più celebri circuiti stradali come la Targa Florio.

La 911: l’icona di Porsche

L’anno della vera svolta per Porsche è il 1963, quando Ferdinand Alexander “Butzi” Porsche progetta la 911, l’auto simbolo del marchio, un autentico mito delle corse e delle vendite, in produzione ancora oggi, dopo aver guadagnato nel tempo il turbocompressore con la versione Turbo 930 del 1975, le quattro ruote motrici e il cambio sequenziale con la 964 del 1989 e il rivoluzionario, per il modello, raffreddamento ad acqua con la 996 del 1997.
In realtà la carriera della 911 vacilla a metà anni Settanta, quando si inizia a pensare che una sportiva progettata oltre 10 anni prima, con motore a sbalzo raffreddato ad aria, sia giunta ormai al capolinea. Il tempo dimostrerà quanto il timore fosse infondato, ma questo momento di incertezza porta i tecnici Porsche a sviluppare una nuova linea di prodotti a motore anteriore con schema meccanico transaxle. Nascono le granturismo 924, 944 e 928, vetture sempre più apprezzate oggi dai collezionisti dopo anni di oblio assolutamente ingiustificati: la 928 è infatti una delle GT più belle e sofisticate del suo tempo, ed è la prima e unica Porsche ad aggiudicarsi, nel 1978, il prestigioso riconoscimento di Auto dell’Anno.

Ma la “bandierina” sulla vetta delle supercar più desiderate e ambite degli anni ottanta Porsche la pianta con la 959 del 1986: una coupé a trazione integrale dotata di un motore 2.8 a doppia sovralimentazione da 450 cv. Prodotta in soli 288 esemplari, è all’epoca l’automobile più costosa del mondo. Un’esclusività che non le risparmia le fatiche sportive: è infatti una 959 a vincere la Parigi Dakar del 1986.

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