La storia di Ducati nel motociclismo
La Ducati nasce a Bologna, nel quartiere di Borgo Panigale, nel 1926, come azienda attiva nella ricerca e produzione di tecnologie per le comunicazioni radio. In breve tempo si afferma e allarga le competenze a svariati campi industriali. Durante la Seconda guerra mondiale, la produzione viene convertita a uso militare; dopo l’8 settembre 1943 è occupata dalle truppe tedesche e quindi bombardata e distrutta nel 1944.
Nel 1948 i fratelli Ducati cedono la proprietà dell’azienda alle partecipazioni statali, e nel 1954 avvenne la scissione in Ducati Meccanica e Ducati Elettrotecnica. Nella divisione Meccanica approda Fabio Taglioni, geniale progettista romagnolo che svilupperà, tra il 1954 e il 1984, oltre mille progetti di moto e motori, tra cui la tecnologia desmodromica, il motore bicilindrico e il telaio a traliccio, tutte ancora presenti in gamma Ducati.
Nel 1975 l’azienda passa sotto il controllo dello Stato, che nel 1978 la cede alla VM Motori, a sua volta sotto controllo statale. In questa fase la produzione di moto passa temporaneamente in secondo piano, con conseguente tracollo nelle vendite.
Fortuna vuole che, nei primi anni Ottanta, la direzione stringa con Cagiva un accordo di fornitura motori di grossa cilindrata: i rapporti via via si stringono e nel 1985 i fratelli Claudio e Gianfranco Castiglioni rilevano la Ducati, di cui mantengono la proprietà fino al 1996. È l’inizio della rinascita: arrivano le vittorie in pista con Marco Lucchinelli e la nuova 750 F1, seguita l’anno seguente dalla Paso, prima moto da strada totalmente carenata, disegnata da Massimo Tamburini, uno dei due fondatori della Bimota. La 851 del 1987 è la capostipite delle moderne 4 valvole raffreddate a liquido con motore Desmoquattro, mentre nel 1993 la Monster rivoluziona il mondo delle naked.
Con la 916 del 1994, disegnata da Massimo Tamburini, si apre il filone delle supersportive, poi evoluto con le 996 e 998. Quest’ultima venne sviluppata negli anni seguenti con i nomi (derivati dall’aumento della cilindrata) di Ducati 996 e Ducati 998, rimpiazzate nel 2002 dalla 999, che vince già all’esordio il titolo mondiale Superbike.